Dettagli
- Sport
- Escursione
- Voto
- Difficoltà
- Passeggiata
- Durata
- 01:00 ore
- Lunghezza
- 4.1 km
- Vertigini
- Nessuno
- Altitudine min.
- 608 m
- Altitudine max.
- 686 m
- Dislivello +
- 100 m
- Dislivello -
- 100 m
- Parcheggio auto
- Vedi su Gmaps
Terreno
- 30%
- 55%
- 15%
- Bosco
- Prato
- Urbano
Stagione
- jan
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Descrizione
Questa è una passeggiata nella campagna di Imèr, paese situato all’estremo meridionale della Val di Primiero. La peculiarità di questo tracciato, non particolarmente interessante dal punto di vista puramente escursionistico, è quella che esso passa tra le belle ed interessanti opere d’arte chiamate Street Barch Art, opere degli artisti locali Gianluigi Zeni e Nicola Degiampietro.
La passeggiata inizia sulla strada asfaltata accanto al campo da basket, nell’area sportiva di Imèr, in direzione sud-ovest. La strada sterrata attraversa l’area chiamata Giàre (tr. area di ghiaia), un terreno un tempo paludoso e successivamente convertito in pascoli e area produttiva. Mentre si cammina, si possono notare molti piccoli fienili, usati in passato per il deposito del fieno, ora principalmente adibiti alla lavorazione del legno. La strada gira a sinistra e arriva di fronte al centro di pesca, dove si allevano le riserve ittiche con cui vengono popolati i corsi d’acqua e i laghi della vallata del Primiero.
Dopo aver passato l’allevamento, si giunge ad un bivio. L’escursione prosegue rientrando sulla sinistra, ma non prima di dare un’occhiata al primo esempio di Street Barch Art (una mosca gigante sul lato sud del fienile), situato a 50 m a sud rispetto al bivio. Si continua quindi sulla strada, incontrando altre due opere d’arte: una raffigurante un bambino rinchiuso nel muro e l’altra tre pesci che ricordano le Pale di San Martino viste dal fondo valle. Pochi metri prima della rotatoria, si prende il sottopasso per superare la strada principale e il ponte sul Torrente Cismón.
Passato il ponte, si prosegue lungo la nuova pista ciclabile che costeggia il Cismón verso valle, senza dimenticare di girarsi indietro per dare un’occhiata ad un’altra opera (raffigurante due mani / persone che camminano), fino al nuovo giardino botanico Val Noàna, che presenta alcune piante appartenenti alla flora locale. Qui si giunge ad una bella terrazza in legno che, affacciata sul giardino e sul panorama, merita una pausa.
Dalla terrazza, si prende il sentiero che sale (il più ripido, non la strada principale!), procedendo per alcune centinaia di metri in salita, fino all’incrocio successivo. Si continua in salita lungo la strada che porta al Monte Vedèrna, svoltando dopo un centinaio di metri a sinistra per entrare nel bosco (l’entrata del sentiero è contrassegnata da un palo di legno alto 1 metro). Si scende leggermente nel bosco del Cappuccetto Rosso, particolarmente bello per essere così vicino al centro abitato, attraversandolo verso est e giungendo al sentiero principale, che scende verso il Torrente Noàna, giungendo ad un ponte di nuova costruzione: il Pònt dele Corde, perchè prima della sua ristrutturazione era stato costruito con corde. Dal ponte si imbocca la strada della Val Noàna a sinistra, in direzione di Imèr. In breve si giunge al percorso pedonale lungo il Torrente Noàna che torna alla rotatoria. In mezzo alla rotatoria c’è una bella scultura rappresentante una lontra, l’animale simbolo della Val di Primiero.
Tornando al punto di partenza, si possono vedere altri due esempi di Street Barch Art, con un ritratto che ricorda il film “Shining” ed una pianta carnivora posta a circa 100 metri ad est rispetto al punto di partenza.
Street Barch
Il termine Street Barch deriva da una fusione di due parole: street, che dall’inglese si traduce come strada, spesso associata all’ormai blasonata “street art”; e barchi (ndr: pronunciato bàrki), che dal dialetto primierotto si traduce come piccoli fienili fatti di assi, ricoveri per gli attrezzi, capanne rurali. Questi due termini formano un sincretismo che richiama il passato e il presente unendo, in un solo concetto, due mondi apparentemente molto distanti.
Il progetto Street Barch nasce spontaneamente nel 2016 dalla creatività di Nicola Degiampietro e Gianluigi Zeni, nell’ambito della mostra di arte contemporanea Frel: la purificazione della materia, allestita presso il Centro di Arte Contemporanea di Cavalese.
Dopo questo progetto pilota, grazie anche alla lungimiranza e alla sensibilità artistico-culturale dell’amministrazione di Imèr, si sono susseguiti altri lavori su altri “barchi”, arrivando ad un totale di sei opere.
Si tratta di un “work in progress”, che si evolve e prosegue tutt’ora nella zona rurale di Imèr.
I temi trattati sono vari e spesso criptici. Si spazia da concetti legati all’inquietudine e al mistero, per poi passare all’indagine su concetto come il tipico e il turistico. Tuttavia, è senz’altro la Natura che sta alla base di tutti questi lavori, con le sue tematiche, forme e concetti sempre attuali. La Natura è in aggiunta rappresentata da una presenza “fisica”; il continuo dialogo tra uomo e natura si perpetua infatti nell’avvicendarsi delle stagioni, nel susseguirsi dei suoi ritmi e nella continua metamorfosi del territorio.
Le opere proposte sono anche immerse nella Natura. Esse sono eseguite in maniera semplice facendo leva sull’abrasione del vecchio legno ingrigito che riporta alla luce l’originario colore del legno e che traccia, nella struttura, una figura di notevoli dimensioni ed impatto visivo. In alcuni casi si accentuano delle parti scurendo il legno stesso, con delle leggere bruciature superficiali o usando con l’ausilio di colorazioni.
Anche il naturale cambio di tonalità del legno, conseguenza inesorabile del passare del tempo e delle stagioni, fa parte del gioco sul contrasto riportando, nuovamente, al concetto di Natura.
N. Degiampietro, G. Zeni