Dettagli
Descrizione
L’itinerario che presentiamo oggi è una comoda passeggiata alla scoperta degli abitati della Valle del Vanòi, in particolare di Canal San Bòvo, Práde, Cicóna e Zortèa.
La caratteristica di questo versante del Vanoi è quella di essere particolarmente esposto al sole, dove le frazioni di Canal San Bovo punteggiano qua e là gli ampi prati che dominano la costa lungo la parte iniziale della Valle del Lòzen.
La nostra passeggiata comincia nell’abitato di Canal San Bovo, principale abitato della valle e sede comunale.
Immergendosi subito nel centro storico di Canal San Bovo, ci si trova davanti al campanile della Chiesa dei Santi Bartolomeo Apostolo e Bovo Confessore. La chiesa, in stile barocco, fu progettata dall’ingegnere friulano Leopoldo de Claricini e consacrata nel 1852. La chiesa conserva pregiate opere provenienti dalla vecchia chiesa quali l’organo del 1777, opera del famoso organaro Gaetano Callido rimaneggiato da Lingiardi, il monumentale altare maggiore del 1714 in legno dorato e il decoroso tabernacolo in ferro dorato del 1595 racchiuso in quello di legno. L’altare è un pezzo di manifattura unico nell’arcidiocesi di Trento.
Superando l’abitato di Canal San Bovo raggiungiamo immediatamente l’abitato di Somprá dove, sulla destra e senza grandi indicazioni, comincia il Sentiero delle Rore, che presenta un fondo molto battuto e comodo e, sviluppandosi su tornanti interamente nel bosco, porta all’abitato di Coróni, all’ingresso della località di Prade. La frazione di Prade (171 abitanti) si trova a 899 m s.l.m ed è famosa soprattutto per il fatto che ogni dieci anni nel centro del paese viene rappresentato il dramma storico-religioso “Godimondo e Fortunato”, rappresentazione che affonda le sue origini nel teatro gesuitico del 1700.
Superata la chiesa di Prade, dedicata alla Nostra Signora di Caravaggio, la strada torna a salire seguendo una traccia lungo i prati che accostano la strada provinciale e raggiunge l’abitato di Cicona. Cicona (85 abitanti), nota per un microclima che favorisce le colture di ortaggi, piccoli frutti e fiori, è il punto più alto del nostro itinerario (989 m s.l.m.).
Saliti sull’estremità all’abitato, seguiamo la comoda strada forestale Salvania, che ci permette di attraversare la valle e di giungere alla frazione di Zortea (162 abitanti). Con la sua posizione dominante sulla conca di Canal San Bovo, Zortea offre un panorama spettacolare sui monti che le fanno da cornice, in particolare sul Sass Maór che, a nord, si eleva solitario. Anche questa frazione, come i precedenti presenta una forte cultura rurale e agraria del passato.
Ci immergiamo nuovamente nei prati che costeggiano Zortea seguendo il Sentiero delle Buse per scendere rapidamente in località Molineri. Da questo punto la strada in discesa è asfaltata e raggiunge l’abitato di Berni. Superato anch’esso, sulla destra troviamo una mulattiera che inizialmente si presenta in sterrato e successivamente torna ad essere asfaltata fino a condurci nuovamente al punto di partenza.
Sentieri
- Da Canal San Bovo, attraversare il paese fino al Sentiero delle Rore,
- Salire lungo i tornanti del Sentiero delle Rore fino a giungere a Prade,
- Superata la chiesa di Prade, seguire la traccia lungo i prati che porta all’abitato di Cicona,
- Una volta raggiunta l’estremità di Cicona, prendere la strada forestale Salvania fino a Zortea,
- Da Zortea, prendere il Sentiero delle Buse fino a Molineri,
- Da Molineri, seguire la strada e successivamente la mulattiera che riportano a Canal San Bovo. ✓
Varianti
- Finita la discesa da Zortea, in località Molineri vi era un comodo ponte pedonale, franato al seguito della tempesta che ha colpito la zona nell’autunno del 2018 , che permetteva di arrivare in località Barbine e successivamente all’abitato di Revedea. Resta comunque la possibilità di seguire la strada provinciale del Lago Calaita e raggiungere gli abitati appena citati.
- Dall’abitato di Cicona e prima di immettersi nella strada forestale Salvania è possibile tenere la sinistra e seguire la strada forestale Boalón-Fiamena, che permette di raggiungere Malga Boalón e allungare notevolmente l’itinerario.
Curiosità
- A Canal San Bovo, nei secoli, si mescolarono popolazioni che parlavano di cultura italiana, tedesca e slava (probabilmente Sloveni e Cechi). Si può riscontrare tutt’oggi questa diversità di origini della popolazione di Canal San Bovo dai cognomi dei suoi abitanti. Le popolazioni di cultura tedesca, provenienti dal Tirolo, dal Vorarlberg e dalla Boemia, raggiunsero la Valle del Vanoi in qualità di minatori (Bergknappen). Nella Valle del Vanoi, le testimonianze di queste diverse culture sono numerose.
- Canal San Bovo in passato questo era conosciuto soprattutto per le sue fiere di bestiame mentre a livello etimologico, il paese ha ereditato il nome che prima era di tutta la valle: “valle del sambuco”, “canale del sambuco”.
- L’intero territorio di Canal San Bovo è stato uno dei più tragici teatri della Grande Guerra, combattuta tra Italiani e Austro-Ungheresi lungo la Catena del Lagorai. Numerosi sono i monumenti nella valle a ricordo della tragedia.
- Il patrimonio boschivo di Canal San Bovo è particolarmente rilevante e il comune risulta essere il maggiore produttore di legname del Trentino. Prima della Guerra del 1914-1918 i tronchi del Vanoi erano trasportati a Venezia attraverso i torrenti Vanoi e Cismon e il Brenta.