
Dettagli
Descrizione
Dal lontano 1882, anno in cui fu inaugurata sul fondo della Valle dello Schenèr la prima strada carrabile per il Primiero, ancora oggi principale arteria di comunicazione da e verso la valle, questa antica via è stata completamente dimenticata e giace ora in stato di abbandono. Grazie soprattutto al lavoro di M. Melchiorre, dal 2016 è cominciato un processo di riscoperta di questo storico accesso. Il percorso qui proposto non percorre l’intera Via di Schenèr, anche perché ne esistevano multiple varianti, e a nord di Castel Schenèr dove iniziava il tratto più impervio la mulattiera originale è stata irrimediabilmente compromessa. Questa escursione consente di ripercorrere i posti più rappresentativi di una via commerciale storica, insieme al tratto del tracciato più noto che porta da Sovramonte fino a Pontét, dove storicamente fino al 1918 era situato il confine tra Venezia e il territorio degli Asburgo.
La nostra escursione parte da Ponte Oltra e si sviluppa su quasi 14 km passando per Zorzoi, quindi Sorriva di Sovramonte per poi seguire una delle vie di comunicazione che permettevano le relazioni e gli scambi commerciali con il Primiero. La prima parte del percorso è una variante della tradizionale Via delle Vit, ora in cattive condizioni.
Arrivati a Zorzoi si attraversa su strada l’abitato in direzione Sorriva, dove si può ammirare la Chiesa di San Giorgio, risalente al VI-VII secolo, che contiene pitture del ‘300 oltre a dipinti più recenti di Andrea Nasocchio da Bassano (chiedere al sacrestano per la visita).
Dalla Chiesa di San Giorgio, si prosegue salendo verso la Chiesa di San Rocco di Sorriva, girando subito a destra dopo l’edificio e salendo verso il Col dei Mich. Poco prima di arrivare a Col dei Mich, si può ammirare un bell’edificio privato in pietra calcarea, costruita secondo la tipologia dei frontoni “a gradone”. e poco dopo l’Antica Torre, ora adibita a ristorante. Siamo a 770 m. s.l.m., la massima altitudine.
Proseguendo si ritorna, scendendo brevemente, sopra Zorzoi alla Chiesa di San Zenone e restando paralleli alla strada, ma a quota superiore, si arriva restando nel bosco ad incrociare la strada per Bettola. A Bettola avveniva il controllo delle merci e persone in transito, la località possedeva anche stanze adibite a momentanea reclusione ed un “restello” in caso di epidemie.
Dalla Bettola la Via di Schenèr presenta un unico tracciato e, attraversando un bosco che un tempo non esisteva, passa vicino ai (pochi) ruderi di Castel Schenèr, che fino al 1509 si trovava più a valle e che richiese 120 anni per essere ricostruito completamente là dove si vedono ora i resti.
Dal Castel Schenèr, Il sentiero diventa più impervio, attraversa il Rio Rósna e prosegue (due stoli comunicanti sulla destra) passando per Roe Alte, località dove solo una casa è ancora in piedi. Più avanti, presso un bárc, c’è la cosiddetta “roccia che parla” (cogol che busna) e proseguendo si passa vicino a reti di protezione della strada attuale che si scorge dall’alto in questo ultimo tratto.
Infine, si scende con un rapido zig zag sulla ciclabile che percorsa verso destra porta alla diga dello Schenèr per poi culminare a Pontét.
Sentieri
- Da Ponte Oltra, seguire la strada provinciale asfaltata in direzione Sovramonte fino al primo tornante,
- Svoltare a sinistra verso Górna e seguire la traccia verso Zorzòi, all’inizio dell’abitato,
- Da Zorzòi (636 m s.l.m.), procedere verso Sorrìva fino alla Chiesa di San Giorgio,
- Dalla Chiesa di San Giorgio, proseguire in salita verso la Chiesa di San Rocco di Sorriva,
- Dalla Chiesa di San Rocco di Sorriva, prendere la prima strada a destra e proseguire verso Bettola passando per Col dei Mich,
- Da Bettola, seguire la traccia nel bosco fino a Castel Schenèr,
- Proseguire lungo la traccia attraversando Val Rósna,
- Una volta attraversato Rio Rósna, seguire il sentiero passando per Roe Alte,
- Seguire la traccia di sentiero per circa 2.5 km, per poi scendere a valle verso la ciclabile esterna al tunnel della strada statale,
- Proseguire in direzione nord fino a giungere a Pontét. ✓
Cenni Storici
Per secoli, il collegamento tra Feltre e la Valle di Primiero tramite la Via di Schenèr, è stato considerato il tratto di collegamento più complicato delle Alpi. I pericoli della mulattiera da sempre costituirono un serio problema per il transito, risolto definitivamente solo negli ultimi decenni, ma anche un’ottima difesa contro le popolazioni d’oltralpe che calarono verso la pianura padana causando la caduta dell’impero romano. Fu infatti in quel periodo che la popolazione del Primiero crebbe rapidamente e si formarono nuovi insediamenti.
La Via di Schenèr, fino al 1882, era la principale via di comunicazione tra Feltre e Primiero, costringendo gli antichi viandanti ad un tragitto impervio, duro e pericoloso, adatto solo ad essere percorso a piedi o al più da muli e spesso teatro di incidenti e tragedie. Il nome Schenèr deriva probabilmente da schiena o da “schenaro”, termine dialettale che indica il trasporto a schiena di merci.
Dati sia il legame temporale tra il Vescovo di Feltre e la Val di Primiero che quello commerciale, l’itinerario era di vitale importanza nel periodo medievale. Dopo l’avvento della famiglia Welsperg, feudatari di Carlo IV di Lussemburgo, il Primiero passò nelle mani degli Asburgo e la Via di Schenèr divenne un confine permanente tra Repubblica di Venezia e Impero Asburgico.
Per scopi difensivi e di presidio la Serenissima costruì un castello lungo il tracciato di cui ora rimangono poche tracce. L’origine del castello è forse più antica e risalente all’epoca romana, come suggerito dal ritrovamento di alcune monete. Il Castel Schenèr si contrapponeva alla Bastia austriaca di Pontét come postazione difensiva e di presidio del confine. Distrutto completamente nel 1509, dalle milizie della lega di Cambrai, venne ricostruito nel 1525 e rimase punto strategico delle difese della Serenissima fino alla caduta, per opera di Napoleone, nel 1797. Non più strategicamente interessante e trovandosi isolato ed in posizione inospitale, venne abbandonato e gradualmente demolito.
Ciò che oggi rimane del “secondo” Castel Schenèr, digerito nella sua quasi totalità dalla vegetazione, non rende conto della struttura originale.
La fine della Via di Schenèr come unico transito tra il Feltrino e il Primiero sancì di fatto l’inizio della decadenza di molti degli abitati dell’altopiano di Sovramonte, sviluppatisi parallelamente allo sviluppo commerciale del tracciato. Oggi passando per molti di questi abitati si avrà la sensazione di fare un salto indietro nel tempo.
Nel 1998 è stato ritrovato, in località Val Rosna (Sovramonte), uno scheletro di un uomo risalente all’età dei Cro-Magnon, soprannominato Cacciatore della Val Rosna, testimonianza di una valle già frequentata in tempi remoti. Il Cacciatore della Val Rosna rappresenta un importante ritrovamento dal momento che risale a epoca precedente (c.ca 14,000 anni fa) rispetto al più famoso Ötzi. Il Museo dell’uomo della Val Rosna (MUVAR), trova collocazione all’interno della scuola primaria-secondaria di Sovramonte.
Pontét – Montecroce
Il nome Pontét deriva dallo stretto ponte che marcava il confine tra la Serenissima e il dominio degli Asburgo, tenuto intenzionalmente stretto per avere il pieno controllo dell’importante passaggio. Il toponimo alternativo Montecroce si ricollega all’impervietà della Via di Schenèr. Molti viandanti, infatti, venivano seppelliti in un cimitero sul colle sovrastante Pontét chiamato Montecroce dalle croci che indicavano le sepolture.
A partire dagli anni ’50 cominciarono i lavori per la realizzazione della diga dello Schenèr, terminata nel 1963. Il Lago Schenèr sommerse sia i prati storicamente falciati dai contadini di Pontét, sia i resti della Bastia austriaca e determinò di fatto il declino di questa località appartenente al comune di Imèr.
Tra gli edifici degni di nota, la cappella con una riproduzione della grotta di Lourdes, il lavatoio (lisièra) e l’albergo “Al Lago”, ricavato dal vecchio ufficio doganale austriaco.
Bibliografia
- Melchiorre, M. (2016). La Via di Schenèr, Un’esplorazione storica nelle Alpi. Nodi.