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Refavaie – Passo Sàdole – Monte Cauriòl – Pala del Cardinàl

Dettagli

Località Refavaie, Lagorai
Caratteristiche Grande Guerra, Lagorai
Condizioni del percorso Non ben segnalato, a tratti fuori sentiero
Grado di esposizione 3/5
Terreno (Bosco) 60%
Terreno (Prato) 20%
Terreno (Roccia) 20%
Terreno (Urbano) -
Lunghezza 16.8 km
Durata 7h
Dislivello positivo 1 570 m
Dislivello negativo 1 570 m
Altitudine massima 2 493 m
Altitudine minima 1 102 m
Parcheggio Macchina 46.216122, 11.623076

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Descrizione

Questo percorso, rivolto principalmente ad escursionisti esperti amanti di itinerari della Grande Guerra, porta sulla storica cresta di quello che fu il fronte di combattimento nel 1916 e 1917 tra l’esercito regio e quello imperiale, costituita dai monti Cauriòl, Cardinàl (Gardinal) e Busa Alta (Kaiserspitze), in un connubio tra storia, natura ed escursionismo tecnico.

Il tracciato, che parte dalla località Refavaie, si sviluppa tra le comunità di Primiero, Fiemme e Tesino, formando un percorso ad anello su sentieri non sempre ben segnalati e linee naturali affascinanti, presentando alcuni punti in cui, per mantenere l’equilibrio, è necessario l’uso delle mani sui vari appigli. 

Dal Rifugio Refavaie (1.102 m slm), si percorre un breve tratto verso ovest sulla Strada Forestale Coldosé, abbandonandola dopo il primo tornante per poi prendere la mulattiera di Sàdole (Sentiero No. 320), storico percorso che univa la Val di Fiemme con il Vanòi. Il largo sentiero, che presenta anche dei bei tratti in selciato, risale nel bosco di abeti in un ambiente particolarmente ricco d’acqua, con alcuni tratti che aprono la visuale a sud verso il massiccio di Cima d’Asta

Giunti a Malga Laghetti (1.582 m slm), la visuale si apre ampia sul versante settentrionale di Cima d’Asta, con le cime minori Col del Vento a sinistra e Cima Corna a destra.  Superata la malga, si procede in salita verso il Passo di Sàdole, sempre lungo il vecchio tracciato militare, passando per la verde conca della Busa di Sàdole (1.915 m slm), dove si abbandona la vegetazione per affrontare un ultimo tratto in salita lungo il vallone detritico fino a giungere al Passo di Sàdole (2.066 m slm). Dal passo, il percorso prende la “Via Italiana”, che taglia la costa del versante sud del Cauriòl Piccolo portandosi sulla cima del Cauriòl e transitando sulla sella tra il Cauriòl Piccolo e il Cauriòl, erroneamente denominata Selletta Cartèri (2.343 m slm) – l’originale selletta era sullo spallone a sud ovest del Monte Cauriòl -, su una traccia di sentiero a tratti sdrucciolevole. 

La vista dal Monte Cauriòl (2.493 m slm) è spettacolare, e spazia sulle Dolomiti e sulle Alpi di Fassa; a nord si può osservare nella sua interezza la Val di Fiemme, con i paesi in fondovalle ed il Latemar sullo sfondo, a sud la Valle del Vanoi, con in fondo distinguibili il Monte Totoga che precede il crinale della Vette Feltrine, mentre ad est lo sguardo volge sulle vicine cime Cardinàl e Busa Alta (formata dalla cima “Taliana”, dalla “busa” e dal “Kaiserspitze”). Pensare oggi che questa scura piramide di roccia, strategicamente insignificante, ma fondamentale secondo le tattiche militari dell’epoca per “spezzare” quella che era una formidabile linea di sbarramento, fu teatro di quella che per la propaganda italiana sarebbe divenuta la battaglia più celebre delle “Alpi di Fassa”, con tre giorni di aspri combattimenti alla baionetta, merita una pacata riflessione. 

Dalla cima del Cauriòl, il percorso prosegue a ritroso fino alla Selletta Cartèri, per cominciare un breve tratto di discesa lungo la “Via Austriaca”, che si abbandona all’altezza del primo tornante per poi procedere su una traccia poco visibile che porta direttamente sull’ampia sella ad est, tra Cauriòl e Cardinàl, chiamata Sforcèla del Cardinàl (2.217 m slm). 

Dalla sella affacciata sulla Cima Paradisi, dove si possono riconoscere numerosi resti di baraccamenti imperiali, comincia il tratto più interessante e tecnico dell’itinerario. Fino alla cima del Cardinàl, infatti, non c’è un sentiero ufficiale, per cui si seguono i resti dei camminamenti degli Alpini sul lato orientale della montagna, in un percorso che diventa progressivamente sempre più tecnico. Risalito di poco lo spallone, si scende poi verso destra, ad est, dove si cominciano a vedere le prime postazioni militari degli Alpini. Si procede in leggera salita seguendo i camminamenti visibili fino a giungere in mezzo ad un complesso imponente di trincee che attraversa una forcella, a quota 2.300, e che porta direttamente su un terrazzone morenico, la storica “quota 2.318”, dove sono visibili altri tunnel e baraccamenti militari. Procedendo su una salita molto ripida a lato della cresta del Cardinàl e scavalcandola due volte, la traccia diventa sempre meno visibile per poi scomparire, lasciando spazio ad una scarpata con parecchi resti di filo spinato che permette di raggiungere la cima, di cui dal basso si scorge affiorare soltanto un piccolo bunker. La Cima del Cardinàl (2.481 m slm) è paesaggisticamente forse meno bella di quella del Cauriòl, ma molto più fortificata, con trincee e tunnel imperiali costruiti a picco sulle pareti verticali.

Il rientro dal Cardinàl segue inizialmente il sentiero, con un tratto attrezzato con corde metalliche, che porta alla sella tra Cardinàl e Busa Alta, per poi scendere lungo il vallone pietroso Busalta, tra alberi di pino mugo, ulteriori resti della Grande Guerra e corsi d’acqua. La discesa, dopo un ultimo tratto nel bosco, termina direttamente sul Sentiero No. 302. L’itinerario continua pianeggiante lungo il Sentiero No. 302 fino a giungere al bivio di Coldosè di Dentro (1.805 m slm), dove il percorso gira in discesa verso il Rifugio Refavaie, congiungendosi alla strada forestale che collega Refavaie con Malga Coldosè di Sotto e Malga Fossernica, a lato del rigoglioso Rivo di Coldosè. È possibile tagliare l’ultimo lungo tornante della strada forestale seguendo semplicemente le indicazioni per Refavaie.

 

Sentieri

 

  • Dal Rifugio Refavaie (1.102 m slm), prendere il Sentiero No. 320 (mulattiera di Sàdole), fino a Passo Sàdole, passando per Malga Laghetti (1.582 m slm) e Busa di Sàdole (1.915 m slm),
  • Da Passo di Sàdole (2.066 m slm), procedere lungo “Via Italiana” verso il Cauriòl, passando per Selletta Cartèri (2.343 m slm),
  • Dalla cima del Cauriòl (2.493 m slm), tornare indietro fino alla Selletta Cartèri, per poi scendere lungo la “Via Austriaca” fino al primo largo tornante, nei pressi della Sfortcèla del Cardinàl,
  • Seguire la piccola traccia fino alla Sforcèla del Cardinàl,
  • Dalla forcella (2.217 m slm), attraversare lungo le trincee degli Alpini il lato meridionale della montagna, fino a giungere alla Cima del Cardinàl,
  • Dalla Cima del Cardinàl (2.481 m slm), seguire il sentiero che porta alla sella tra Cardinàl e Busa Alta, abbandonandolo poco prima della sella per scendere lungo il vallone pietroso Busalta, fino a giungere al Sentiero No. 302,
  • Seguire il Sentiero No. 302 fino a al bivio di Coldosè di Dentro (1.805 m slm), poi scendere lungo la strada forestale in direzione Rifugio Refavaie. ✓

 

LA GRANDE GUERRA SULLE CIME CAURIÒL, GARDINAL E KAISERSPITZE

 

  • Con il dilungarsi degli eventi bellici e l’offensiva della Strafexpedition concentrata prevalentemente sull’altopiano di Asiago, nel 1916 la linea di confine tra l’esercito del Regno d’Italia e quello dell’Impero Austro-Ungarico attraversava la catena montuosa delle cosiddette “Alpi di Fassa”, formate, tra le altre, dalla cresta che univa Cauriòl, Gardinàl (poi divenuto Cardinàl) e Kaiserspitze (poi divenuto Busa Alta), oltre che le cime Cavallazza e Colbricón
  • Per quello che doveva essere l’attacco, coordinato con quello su Cima Cece, alle cime del Cauriòl, Gardinal e Kaiserspitze, fu dislocato il battaglione Feltre, del settimo reggimento degli Alpini. Nei piani iniziali, il battaglione Feltre, data la mancanza di munizioni, sarebbe dovuto intervenire una volta che il Nucleo Generale Ferrari ed il tredicesimo Bersaglieri fossero riusciti a rompere le linee Austro-Ungariche sul Colbricón e sulla Cavallazza.
  • Dopo la conquista italiana del Colbricón, con la nuova linea Austro-Ungarica arretrata sul Piccolo Colbricón, l’avanzata verso  il Cauriòl ebbe inizio la notte del 25 agosto 1916 con un doppio attacco: gli Alpini del Feltre da sud ovest e il battaglione Monterosa da sud est. Con il supporto iniziale delle artiglierie da Cima Paradisi e quello finale dei cannoncini da campo da 65 mm, all’alba del 27 agosto la cima fu espugnata, costringendo le truppe imperiali a ritirarsi verso il Passo di Sàdole. Nell’assalto cadde, colpito da una pallottola alla testa, il sottotenente Attilio Cartèri della 65-esima compagnia del battaglione Feltre, a cui è dedicata la spalletta a sud ovest del Monte Cauriòl.
  • Poche ore dopo la conquista italiana del Cauriòl ebbe inizio il contrattacco Austro-Ungarico, che vide i superstiti del Feltre e del Monterosa resistere isolati, in attesa di rinforzi, per quattro giorni, prima di ricevere il cambio in prima linea dagli Alpini del Val Brenta. In quei giorni di combattimenti intensi i cannoni Austriaci del Lagorai e gli obici della Val di Fiemme bombardarono incessantemente il Cauriòl, fornendo supporto all’avanzata delle divise azzurrine dei Kaiserjäger, respinti dagli Alpini nel fazzoletto di terra che separa il Piccolo Cauriòl dal Cauriòl. A rinforzo dei Kaiserjäger venne inviato anche un battaglione di Bosniaci, tragicamente passato alle memorie per il tragico episodio del “fuoco amico”: mentre il battaglione stava avanzando verso il Cauriòl lungo la Val de Sàdole, due colpi corti dell’obice da 305 mm di stanza a Ziano di Fiemme colpirono in pieno le sue file. L’episodio fu definito “un vero massacro”, e fece desistere il comando di Bolzano da un ulteriore attacco alla cima. 
  • Con la caduta del Cauriòl, gli Austriaci rafforzarono le loro posizioni sul Gardinal e sul Kaiserspitze, consapevoli del fatto che, senza di esse, la presa del Cauriòl avrebbe avuto ben poco valore strategico.
  • Il 14 settembre 1916 i battaglioni Monterosa, Feltre e Brenta ripresero l’attacco verso il Gardinal, la cui anticima cadde il 23 Settembre 1916. La cima rimase in custodia al terzo reggimento Kaiserschützen di Innichen. Nell’operazione sull’inospitale cresta del monte, il prezzo in termini di vite umane, sia italiane che austriache, fu spropositato, con centinaia di caduti per parte. 
  • A testimonianza della crudeltà degli scontri, Ubaldo Baldinotti ci racconta nelle sue memorie di come, dopo essere partito da Mezzano per l’assalto notturno al Gardinal, il suo battaglione fu investito, in prossimità della cima, da raffiche di mitragliatrice e da una scarica di grosse pietre, che causarono la morte di numerosi Alpini, forzandone il ritiro. 
  • Per l’assalto che avrebbe potuto cambiare le sorti della guerra sul Lagorai orientale al Kaiserspitze, il Monterosa, completamente decimato, fu integrato dai battaglioni Monte Matajiur e Monte Arvenis. L’assalto al Kaiserspitze iniziò il 2 ottobre 1916. Dopo tre giorni, “quota 2.456” (Busa Alta “Taliana”) fu presa dagli Italiani. La resistenza dei soldati dell’impero fu estrema e, dopo innumerevoli attacchi respinti a “quota 2.512”, il Kaiserspitze rimase in mano austriaca fino al termine del conflitto.
  • Sono circa 800 le spoglie – mai interamente trasferite nei sacrari monumentali in epoca fascista – di soldati italiani ed austriaci che giacciono nel cimitero di Caoria, a silenziosa memoria dell’aspra lotta per mantenere la posizione su queste aspre cime del Lagorai. Molti di loro, sfuggiti al macello bellico, caddero vittime di malattie o di valanghe nel terribile inverno del 1916-1917. L’ultimo caduto, un ignoto italiano trovato sui pendii del Cauriòl, trovò finalmente pace sui terrazzamenti erbosi del Vanoi solo nel 1929.

 

Bibliografia

 

Girotto, L. (2007). Sull’aspre cime del monte Cauriol. Aviani Editore.

Zorzi, A. (2007). Monte Cauriol 1916. Ziano di Fiemme

Finegil, Espresso (2015). La Grande Guerra 1914-1918. GEDI Gruppo Editoriale S.p.A, Roma

Striffler, R. (1994). Guerra di mine nelle Dolomiti. Lagazuoi, Castelletto 1915-1917. Casa Editrice Panorama.

Bettega, A. (2010). Grande Guerra in valle di Fiemme-Fassa e Biois. Edizioni Gino Rossato.

Von Lichem, A. (1993). La guerra in montagna 1915-1918: il Fronte Dolomitico. Bolzano, Italy: Athesia.

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