Passo Pradidali Basso

Rifugio Rosetta – Rifugio Pradidali – Passo di Ball – Passo Val di Ròda

Dettagli

Località Pale di San Martino
Caratteristiche Altopiano, Val Pradidali, Val di Roda
Condizioni del percorso Ben segnalato ed attrezzato
Grado di esposizione 3/5
Terreno (Bosco) -
Terreno (Prato) -
Terreno (Roccia) 100%
Terreno (Urbano) -
Lunghezza 10.5 km
Durata 4h 30
Dislivello positivo 650 m
Dislivello negativo 650 m
Altitudine massima 2 684 m
Altitudine minima 2 258 m
Parcheggio Macchina 46.264319, 11.805013

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Descrizione

Questa escursione è una super classica che parte dal rifugio in quota più facilmente raggiungibile delle Pale, nel cuore dell’Altopiano delle Pale di San Martino, e disegna un interessante itinerario ad anello passando per il Rifugio Pradidali.

Il percorso parte dal Rifugio Rosetta “Giovanni Pedrotti” (2.578 m slm), raggiungibile dall’abitato di San Martino di Castrozza sia a piedi – con una salita di un paio d’ore – che in funivia. 

Dal Rifugio Rosetta, situato nell’angolo più occidentale del vasto Altopiano delle Pale di San Martino, il tracciato inizia verso est, proprio in direzione dell’Altopiano, seguendo il Sentiero No. 707 / 709 in direzione Fradusta / Passo Pradidali. Al primo bivio si tiene la destra, verso sud est, sul Sentiero No. 709 che porta al Passo Pradidali Basso. Questo primo tratto si sviluppa nell’altopiano con continui saliscendi ed è costantemente accompagnato da una meravigliosa vista sulle cime Vezzana, Cimon della Pala, Cima dei Bureloni, Focobòn e, in generale, su tutta la catena più occidentale delle Pale di San Martino. 

Dal Passo Pradidali Basso (2.658 m slm), l’itinerario procede, sempre tenendo la destra, verso sud e imbocca la discesa verso il Rifugio Pradidali (Sentiero No. 709) scendendo sulla Val Pradidali, in un primo tratto ripido che poi si allarga in uno scenario spettacolare con le cime Pala di San Martino e Immink ad ovest e l’imponente Cima Canali a sud est. Superato il Lago Pradidali (2.241 m slm), piccolo lago stagionale –  di grande bellezza soprattutto nel periodo del disgelo – situato in una conca di esarazione glaciale nella parte più alta della Val Pradidali, il Sentiero No. 709 porta direttamente al Rifugio Pradidali (2.278 m slm) che, a metà percorso, costituisce un ottimo punto di appoggio per una sosta.

Dal Rifugio Pradidali si procede quindi in salita lungo il Sentiero No. 715 verso il Passo di Ball, in un tratto sul fondo di un’ampia conca ai piedi del maestoso Campanile di Pradidali (2.744 m slm).  

Dal Passo di Ball (2.443 m, John Ball), da dove è possibile anche ammirare le cime Val di Ròda, Pradidali e, più in lontananza, Rosetta, l’escursione procede sempre lungo il Sentiero No. 715, abbassandosi su un terreno sdrucciolevole, spesso innevato, e percorrendo il versante  dell’alta Val di Ròda, opposto a quello dell’alta Val Pradidali. Tenendo la destra orografica del vallone, il cammino procede in direzione della località chiamata Còl de le Féde su quello che forse è il tratto più tecnico dell’itinerario, lungo una cengia dove sono presenti anche corde fisse di supporto. Aggirato lo sperone della verticale di Cima Immink e superata la testata del vallone successivo, si giunge a Còl de le Féde (2.278 m slm), ripiano ghiaioso sottostante l’impressionante parete della Pala di San Martino; da qui si procede sul Sentiero No. 702 che risale la Val di Ròda fino a giungere al Rifugio Rosetta poche centinaia di metri dopo aver superato il Passo Val di Ròda (2.567 m slm).

 

Sentieri

 

  • Dal Rifugio Rosetta (2.578 m slm), seguire il Sentiero No. 707 / 709 in direzione Fradusta / Passo Pradidali, tenendo il Sentiero No. 709 verso il Passo Pradidali Basso,
  • Dal Passo Pradidali Basso (2.658 m slm), scendere la Val Pradidali lungo il Sentiero No. 709 fino a giungere al Rifugio Pradidali, passando per il Lago Pradidali (2.241 m slm),
  • Dal Rifugio Pradidali (2.278 m slm), procedere in salita lungo il Sentiero No. 715 verso il Passo di Ball,
  • Dal Passo di Ball (2.443 m), tenere il Sentiero No. 715 e proseguire sul tratto attrezzato fino al bivio in località Còl de le Féde,
  • Da Còl de le Féde (2.278 m slm), risalire lungo il Sentiero No. 702 fino a giungere al Rifugio Rosetta. ✓

 

RIFUGIO PEDROTTI ALLA ROSETTA

 

  • Situato sull’Altopiano delle Pale di San Martino, a 2.358 metri di altitudine, il Rifugio Giovanni Pedrotti alla Rosetta, chiamato anche Rifugio Pedrotti o Rifugio Rosetta, costruito nel 1889 su progetto dell’ingegner Annibale, è uno dei più vecchi rifugi SAT (Società Alpinisti Tridentini).
  • Già nel 1896, dato l’interesse alpinistico suscitato dalle Pale di San Martino, il Rifugio Pedrotti fu ampliato. Assieme al progetto di ampliamento, la SAT decise inoltre di costruire un secondo edificio adibito ad albergo al Passo della Rosetta, affacciato sulla conca dove sorge l’abitato di San Martino di Castrozza. L’iniziativa fu però archiviata a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale.
  • Dopo la Grande Guerra, che ne lasciò in piedi soltanto pochi muri, il Rifugio Rosetta fu ripristinato e successivamente ampliato nel 1931. Il secondo conflitto mondiale riservò però una sorte simile al rifugio, che venne incendiato dai Nazisti.
  • Con la costruzione della funivia che da Colverde porta a poche centinaia di metri dal rifugio, avvenuta nel 1957, il Rifugio Rosetta si aprì in maniera definitiva al turismo dolomitico di massa.

 

RIFUGIO PRADIDALI

 

  • Il nome del rifugio deriva verosimilmente da “prati gialli”, dovuto alla ricca fioritura del papavero alpino a valle, che colorava i ghiaioni della Val Pradidali di giallo.
  • Il Rifugio Pradidali è uno storico rifugio Dolomitico costruito nel 1896 dal DÖAV di Dresda. E’ base di partenza di un gran numero di bellissime ascensioni su roccia di ogni tipo e difficoltà, tra le quali ricordiamo le celebre Fessura Buhl-Erwing, frequentata da alpinisti di ogni parte del mondo, senza dimenticare molte altre ascensioni di stampo classico dalle firme prestigiose di Langes, Detassis, Castiglioni, Wiessner, Solleder, fino alle grandi vie contemporanee del freeclimber più famoso, Maurizio “Manolo” Zanolla (detto “il mago”), che qui stabilì il suo campo base nei primi anni della sua brillante carriera alpinistica.
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