Questo itinerario è una semplice passeggiata tra gli abitati di Tonadìco e Sirór, nella parte più settentrionale del fondovalle del Primiero. La caratteristica di questi due borghi, situati ai piedi dei ripidi pendii del Monte Cimèrlo e divisi da una piccola campagna, è la loro atmosfera amena, prettamente rurale, che ne preserva una tipica struttura storica fedele di borghi di media montagna.
Il giro ad anello percorre inizialmente le calli del paese di Tonadìco, considerato il più antico centro abitato della Valle di Primiero, raggiungendo il punto più alto del tracciato in cima al promontorio dove è situata la Chiesa di San Vittore. Dalla chiesa, dalla quale si può godere di una panoramica di tutto rispetto su tutto il comune di Primiero San Martino di Castrozza e sulle Vette Feltrine, il percorso procede in un tratto in discesa su un ripido sentiero con scalini, che porta nuovamente nei pressi del centro abitato di Tonadìco. Da qui, si prosegue in direzione ovest, lungo la strada panoramica di Via Sirór, conosciuta anche come “Campagna Alta”. Dopo una leggera salita che porta ad uno scollinamento, si raggiunge rapidamente l’abitato di Sirór, che si caratterizza per il suo centro storico tipico, con ampie fontane poligonali in pietra ed affreschi popolari presenti sulle facciate delle abitazioni. Non a caso, proprio per l’atmosfera intima che Sirór offre, l’abitato ospita ogni anno i Mercatini di Natale più antichi della Provincia di Trento.
Il rientro verso Tonadico procede lungo Via Lazer, conosciuta anche come “Campagna Bassa”, dove è possibile, con una piccola deviazione, osservare quel che rimane della Chiesa di San Giacomo, unica testimonianza ad oggi visibile di quello che presumibilmente fu l’antico villaggio di Piubàgo, distrutto da un’alluvione e da un successivo terremoto tra il 1.114 e il 1.117 d.C.
TONADICO
- Sebbene Tonadico sia il più antico paese della valle, della quale fu centro politico e residenza del “capitano” del Castello della Pietra – arroccato a nord del paese -, un’origine etimologica del nome dell’abitato non è chiara.
- Tonadico preserva alcuni monumenti di particolare rilievo storico ed artistico, quali la Chiesa di San Vittore, che prende il nome dai santi protettori del comune di Feltre (al tempo dell’edificazione il territorio faceva parte della Diocesi di Feltre), la lisièra ed il Palazzo Scopoli, costruito nell’anno 1.000 d.C., che ebbe un iniziale funzione di deposito e magazzino per la comunità locale per poi essere adibito a residenza del vicario del Vescovo di Feltre.
- La Chiesa di San Vittore, eretta tra il V e VI secolo d.C., è la più antica della Comunità. La piccola chiesa presenta al suo interno numerosi affreschi dallo spiccato interesse artistico.
- Gli abitanti del paese di Tonadìco portano il nomignolo di “strighi” (tr. streghetti). L’origine del nomignolo si può condurre, con una leggera forzatura, alle leggende che riguardano il Castello della Pietra e al fatto che gli abitanti stessi fossero considerati maligni, forse come conseguenza dei processi alle streghe tenutisi proprio a Tonadico.
SIRÓR
- L’origine storica del nome del paese di Sirór non è chiara; tuttavia, con un semplice esercizio intuitivo, è verosimile abbinare il nome dell’abitato alla sua posizione geografica relativa al fondovalle della Valle di Primiero (superiór: sirór).
- L’abitato presenta le tipiche caratteristiche del paese di montagna, con numerosi affreschi che raffigurano le leggende locali ed i mestieri di un tempo, oltre alle tipiche strutture architettoniche legate ad un paese dal forte richiamo rurale, come le fontane poligonali.
- I residenti di Sirór portano il soprannome di “slapazuche” (tr. mangia zucche). Tale nomignolo deriva dalla leggenda con protagonisti gli abitanti di un altro paese del fondovalle: Transacqua. La leggenda narra che gli abitanti di Transacqua acquistarono da Siror una campana e che dovesse essere ripagata con un carro di zucche, mai recapitato a Sirór; da allora gli abitanti di Transacqua divennero coloro che non pagano i debiti e gli abitanti di Sirór coloro che mangiano le zucche.
Bibliografia
- Tissot, L. (1996). Dizionario Primierotto. Editore Manfrini.