Cima Bocche

Val Travignolo – Cima Bocche

Dettagli

Località Cima Bocche
Caratteristiche Val Travignolo, Bocche, Lagorai
Condizioni del percorso Ben visibile, non sempre ben segnalato
Grado di esposizione 0/5
Terreno (Bosco) 60%
Terreno (Prato) 35%
Terreno (Roccia) 5%
Terreno (Urbano) -
Lunghezza 12.2 km
Durata 4h
Dislivello positivo 1 066 m
Dislivello negativo 1 066 m
Altitudine massima 2 745 m
Altitudine minima 1 646 m
Parcheggio Macchina 46.315688, 11.758573
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Descrizione

La gita alla Cima Bocche con partenza dalla Val Travignolo è un piacevole ma piuttosto lungo itinerario, adatto ad essere percorso sia durante la stagione estiva che durante quella invernale con ciaspole o sci di alpinismo.

Cima Bocche, la più alta del gruppo della Catena di Cima Bocche che proprio da essa prende il nome, è oggi confine tra le Comunità di Primiero e di Fassa ed è conosciuta anche per essere stata teatro di forti scontri durante il corso della Grande Guerra tra le truppe del Regno d’Italia e dell’Impero Austro Ungarico.

Il punto di partenza si trova a poche centinaia di metri dal bivio che da Paneveggio sale fino a Passo Valles, lungo la strada per il passo. L’itinerario comincia imboccando la strada forestale Val Miniera, che parte dal parcheggio e sale costante nel bosco. Dopo aver superato i vari tornanti che permettono di guadagnare quota rapidamente fino a quota 1.850 m, si svolta a destra (a sinistra si va verso Malga Bocche) e ci si collega al Sentiero No. 623. Una volta giunti sul Sentiero No. 623, a quota 1.920 mt., ci si tiene sul lato orientale e si segue la dorsale che sale in direzione nord, lasciando sempre Malga Bocche a sinistra.

Il percorso ora sale rapidamente, raggiungendo gli ampi avvallamenti dell’Agnelezza di Bocche, ai bordi della quale sorge il cimitero militare della Val Miniera con il suo obelisco commemorativo, eretto nel 1917. 

Dall’Agnelazza di Bocche, si prosegue in direzione nord-est verso la dorsale di Cima Bocche, superando il bivio che porta ad est verso il Passo Juribrutto (2.381 m s.l.m.), chiamato dai tempi della Grande Guerra “Osservatorio”. Il pendio sale su un terreno aperto e sempre lontano dalla cresta, lungo la linea più logica di salita che porta gradualmente fino a Cima Bocche, seguendo la traccia del Sentiero No. 628, attraversando un’area trincerata. Lungo tutto il passaggio che percorre gli ampi pascoli è possibile vedere numerosi resti della Grande Guerra, logorati dal tempo ma ancora più che distinguibili.

Da Cima Bocche (2.745 m s.l.m.) la vista è spettacolare; si possono ammirare, sui lati meridionale ed occidentale i gruppi montuosi delle Pale di San Martino, del Lagorai, Latemar, Catinaccio, Sassolungo, Sella e l’imponente parete meridionale della Marmolada. Sul lato orientale invece si possono riconoscere facilmente Le Tofane, Antelao, Monte Pelmo e la parete nord-ovest del Monte Civetta.

Il rientro percorre a ritroso la strada dell’ascesa.

 

Sentieri

 

  • Dalla Valle del Travignolo, prendere la strada forestale Val Miniera in direzione Malga Bocche/Cima Bocche,
  • Proseguire lungo il Sentiero No. 623 in direzione Cima Bocche, attraversando l’Agnelezza di Bocche,
  • Passato il cimitero militare della Val Miniera (2.250 m s.l.m.), procedere verso Cima Bocche (2.745 m s.l.m.), imboccando il Sentiero No. 628,
  • Il rientro segue lo stesso percorso a ritroso. ✓

 

LA GRANDE GUERRA SULLA CIMA BOCCHE

 

  • Con l’entrata del Regno d’Italia nella Prima Guerra Mondiale, nel 1915, la prima linea austro-ungarica tagliava la Val Travignolo poco a monte di Paneveggio, per risalire lungo il versante opposto fino a Cima Bocche.
  • Per posizione e caratteristiche, Cima Bocche costituiva il cardine della difesa austriaca dell’area. La verticalità della parete nord di Cima Bocche rende il passaggio praticamente impossibile, mentre il versante opposto che scende in direzione dei passi Rolle e Valles è molto dolce, e quindi esposto potenzialmente ad attacchi da parte di grosse unità di fanteria.
  • I primi combattimenti si svolsero tra luglio e agosto del 1915, quando le truppe italiane della Brigata Tevere tentarono la conquista della cima risalendo la valle dei laghi di Lusia per prendere Forcella Bocche. Nonostante numerosi varchi nei fili spinati aperti dall’azione di una bombarda portata in quota e un accenno resa da parte dei soldati imperiali, l’offensiva venne respinta.
  • Nel 1916, dopo un inverno particolarmente rigido e nevoso che causò molte vittime, anche per valanghe, la contesa per il controllo di Cima Bocche riprese. I combattimenti durarono tutta l’estate, senza particolari capovolgimenti di fronte, fino all’ultima azione del 3 novembre 1916, quando la Brigata Tevere, già gravata da migliaia di perdite, riuscì ad espugnare il punto strategico conosciuto come “Osservatorio” (quota 2.636 mt.), perdendolo tuttavia dopo appena cinque giorni di scontri ravvicinati con la fanteria austro-ungarica. Dopo il fallimento di quest’ultima offensiva, le truppe italiane si ritirarono lungo la vecchia linea difensiva, dove rimasero fino a metà novembre 1917, prima di ritirarsi sul Piave.
  • Lungo tutto il costone di Cima Bocche e sul sentiero attrezzato del Gronton rimangono oggi numerosi resti di opere belliche e reperti, muti testimoni di quell’epoca.

 

Bibliografia

 

Striffler, R. (1994). Guerra di mine nelle Dolomiti. Lagazuoi, Castelletto 1915-1917. Casa Editrice Panorama. 

Bettega, A. (2010). Grande Guerra in valle di Fiemme-Fassa e Biois. Edizioni Gino Rossato.

Von Lichem, A. (1993). La guerra in montagna 1915-1918: il Fronte Dolomitico. Bolzano, Italy: Athesia.

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