Passo Juribrutto

Valàzza – Cima Juribrutto – Cima Bocche – Grontón – Laghi Lusia – Malga Bocche

Dettagli

Località Catena di Cima Bocche
Caratteristiche Val Travignolo, Catena di Cima Bocche, Lasté di Juribrutto, Lusia
Condizioni del percorso Ben visibile, non sempre ben segnalato
Grado di esposizione 3/5
Terreno (Bosco) 40%
Terreno (Prato) 40%
Terreno (Roccia) 20%
Terreno (Urbano) -
Lunghezza 20.1 km
Durata 8h
Dislivello positivo 1 450 m
Dislivello negativo 1 450 m
Altitudine massima 2 745 m
Altitudine minima 1 912 m
Parcheggio Macchina 46.341180, 11.790738
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Descrizione

Questo fantastico itinerario di alta quota nasce con l’obiettivo di unire storia a bellezza naturalistica, in un connubio unico nel suo genere. Lungo ma non particolarmente impegnativo dal punto di vista tecnico, il trekking si sviluppa attorno al massiccio di Cima Bocche, rinomato soprattutto per le vicende legate al primo conflitto mondiale. L’unicità di questo itinerario è data dalla vista a tutto tondo che costantemente accompagna gli escursionisti, dal Lasté lunare che caratterizza la Catena di Cima Bocche, dalla vocazione storica e da un terreno particolarmente soffice data l’altitudine.

Il tracciato parte da Malga Valàzza (1.935 m slm), nell’alta Val Travignolo, posta a ridosso del Passo Valles che, data la sua altitudine, costituisce un ottimo punto di partenza. Dalla malga si percorre in salita il Sentiero No. 631 in direzione Lago di Juribrutto / Gereburt, lungo una notevole mulattiera selciata. Superato il bosco di larici, la mulattiera comincia a scavalcare i dossi porfirici del Lasté di Juribrutto, aprendo il panorama, nascosto dalla partenza dallo sciatto lato occidentale di Cima Valles, su una delle più suggestive viste delle Pale di San Martino, che accompagnerà tutta l’escursione. La mulattiera prosegue in salita a piccoli tornanti lungo la valle del rio Ruf de Pradàz, fino a giungere su una dorsale dove si cominciano a vedere resti murari della Grande Guerra. Dalla dorsale, anziché procedere lungo il Sentiero No. 631 (che porta al Lago di Juribrutto), ci si tiene sul lato orientale del Lasté in direzione Cima Juribrutto. La piccola traccia, che a volte si perde, prosegue in un ambiente lunare con vastissima visibilità e, attraversando una serie di baraccamenti, postazioni e trincee italiane, giunge direttamente a Cima Juribrutto. 

Posta sopra il Passo San Pellegrino, la Cima Juribrutto (2.691 m slm), o Gereburt, offre uno spettacolo a 360 gradi su tutte le cime e i blocchi dolomitici circostanti, tra cui le Pale di San Martino, il Lagorai, la vicina Cima Bocche, Latemar, Catinaccio, Sassolungo, Gruppo del Sella, Marmolada, Tofane, Antelao, Pelmo e Civetta

Dalla cima il percorso procede in discesa lungo Sentiero No. 695, che scende seguendo la parete occidentale del massiccio verso Passo Juribrutto. Dalla sella del passo, a 2.384 metri di altitudine, si risale verso Cima Bocche / Passo Lusia, lungo il Sentiero No. 628, su una rampa che porta in breve sul cornicione che precede Cima Bocche; con le Pale di San Martino ed il Lago Juribrutto alle spalle, il panorama si riapre completamente appena giunti sul falsopiano con i suoi fitti trinceramenti a ridosso di quella che fu una cima aspramente contesa. Poco prima di giungere sulla cima, a sinistra si scorge il Bivacco Renato Jellici (2.675 m slm). Cima Bocche, o Cimón de Bóce, con il suo iconico Cristo crocifisso, dall’alto dei suoi 2.745 metri offre un panorama spettacolare, del tutto simile a quello della sua gemella Juribrutto.

Da Cima Bocche si intraprende un altro breve tratto in discesa sul Sentiero No. 633 lungo imponenti linee di trincee austriache e, con l’arrivo alla Forcella Bocche, o Sforcèla de Bóce (2.543 m slm), si lascia il territorio della Comunità di Primiero per entrare in quella di Fassa. Dalla forcella comincia il tratto del percorso più tecnico; è possibile raggiungere i Laghi di Lusia scendendo nell’ampia vallata lungo il Sentiero No. 633; tuttavia risulta sicuramente affascinante la deviazione sul Sentiero Attrezzato del Grontón (Sentiero No. 634A). Il Sentiero del Grontón, o Sentiero dei Kaiserjäger, fu costruito dagli austriaci durante la Grande Guerra sia per collegare la cresta trincerata che, dalla Forcella del Cajerin, giungeva sulla Cima Grontón, che per prevenire un eventuale attacco italiano proveniente dalla Val dei Laghi. Per affrontare il notevole tratto del sentiero del Grontón, che disegna una linea pianeggiante a strapiombo a ridosso della cresta del Grontón e che porta a pochi metri dai Laghi di Lusia (o Leèghes de Lujia), non è necessaria l’attrezzatura da ferrata; questa parte del percorso è sconsigliata a chi soffrisse di vertigini.

Una volta scavalcata la Forcella di Lusia e raggiunto il Lago di Lusia (2.332 m slm), che giace su un affascinante pascolo pianeggiante ricco di acqua di fronte al Bivacco Sandro Redolf, si comincia il lungo rientro.

Inizialmente si procede in un primo piacevole tratto in discesa verso Malga Bocche, lungo il Sentiero No. 621 che segue il corso del rivo Rif de Castagnèla, emissario del Lago di Lusia che scorre in verso Paneveggio. Giunti sui pascoli di Malga Bocche (1.945 m slm), con la sua famosa finestra sulle Pale di San Martino, poco prima di giungere alla malga si volta a sinistra, verso nord, in direzione Malga Juribrutto / Malga Valàzza / Passo di Valles, su un’antica e ampia mulattiera (Sentiero No. 623) che attraversa la costa immersa nel bosco di larici ed abeti rossi.

Sebbene molto paesaggistico e piacevole da percorrere, questo ultimo tratto su mulattiera è particolarmente lungo (circa due ore da Malga Bocche a buon passo); esso presenta anche qualche strappo in salita che porta fino ai 2.130 metri di quota della località denominata Galleria Cortivi, per poi transitare per la Val Miniera (2.116 m slm) prima di riprendere la discesa ed immergersi nuovamente nei boschi sovrastanti Malga Juribrutto. Una volta giunti a Malga Juribrutto, sarà sufficiente percorrere l’ultimo breve tratto in leggera salita per rientrare a Malga Valàzza.

 

Sentieri

 

  • Da Malga Valàzza (1.935 m slm), seguire il Sentiero No. 631 in direzione Lago di Juribrutto / Gereburt fino a giungere alla dorsale sul Lasté di Juribrutto,
  • Lasciare il Sentiero No. 631 per procedere sulla traccia che arriva a Cima Juribrutto,
  • Da Cima Juribrutto (2.691 m slm), prendere in discesa il Sentiero No. 695 verso Passo Juribrutto; dal passo prendere in salita il Sentiero No. 628 (Sentiero della Pace) verso Cima Bocche / Passo Lusia fino a Cima Bocche,
  • Da Cima Bocche (2.745 m slm), seguire il Sentiero No. 633 fino a Forcella Bocche,
  • Dalla forcella (2.543 m slm), prendere il Sentiero No. 634A (Sentiero Attrezzato del Grontón, Sentiero dei Kaiserjäger), fino a giungere alla  Forcella di Lusia e, successivamente, al Lago di Lusia,
  • Dal lago (2.332 m slm), prendere il Sentiero No. 621 fino a Malga Bocche,
  • Da Malga Bocche (1.945 m slm), seguire la mulattiera del Sentiero No. 623 in direzione Malga Valàzza / Passo Valles, fino a giungere a Malga Valàzza, passando per Val Miniera (2.116 m slm). ✓

 

LA GRANDE GUERRA SULLA CIMA BOCCHE

 

  • Con l’entrata del Regno d’Italia nella Prima Guerra Mondiale, nel 1915, la prima linea austro-ungarica tagliava la Val Travignolo poco a monte di Paneveggio, per risalire lungo il versante opposto fino a Cima Bocche.
  • Per posizione e caratteristiche, Cima Bocche costituiva il cardine della difesa austriaca dell’area. La verticalità della parete nord di Cima Bocche rende il passaggio praticamente impossibile, mentre il versante opposto che scende in direzione dei passi Rolle e Valles è molto dolce, e quindi esposto potenzialmente ad attacchi da parte di grosse unità di fanteria.
  • I primi combattimenti si svolsero tra luglio e agosto del 1915, quando le truppe italiane della Brigata Tevere tentarono la conquista della cima risalendo la valle dei laghi di Lusia per prendere Forcella Bocche. Nonostante numerosi varchi nei fili spinati aperti dall’azione di una bombarda portata in quota e un accenno resa da parte dei soldati imperiali, l’offensiva venne respinta.
  • Nel 1916, dopo un inverno particolarmente rigido e nevoso che causò molte vittime, anche per valanghe, la contesa per il controllo di Cima Bocche riprese. I combattimenti durarono tutta l’estate, senza particolari capovolgimenti di fronte, fino all’ultima azione del 3 novembre 1916, quando la Brigata Tevere, già gravata da migliaia di perdite, riuscì ad espugnare il punto strategico conosciuto come “Osservatorio” (quota 2.636 mt.), perdendolo tuttavia dopo appena cinque giorni di scontri ravvicinati con la fanteria austro-ungarica. Dopo il fallimento di quest’ultima offensiva, le truppe italiane si ritirarono lungo la vecchia linea difensiva, dove rimasero fino a metà novembre 1917, prima di ritirarsi sul Piave.
  • Lungo tutto il costone di Cima Bocche e sul sentiero attrezzato del Gronton rimangono oggi numerosi resti di opere belliche e reperti, muti testimoni di quell’epoca.

 

Bibliografia

 

Striffler, R. (1994). Guerra di mine nelle Dolomiti. Lagazuoi, Castelletto 1915-1917. Casa Editrice Panorama. 

Bettega, A. (2010). Grande Guerra in valle di Fiemme-Fassa e Biois. Edizioni Gino Rossato.

Von Lichem, A. (1993). La guerra in montagna 1915-1918: il Fronte Dolomitico. Bolzano, Italy: Athesia.

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