Valbòna – Malga Colbricón – Buse dell’Oro – Paneveggio

Dettagli

Località Colbricón, Lagorai, Paneveggio
Caratteristiche Trincee, Bosco, Paludi
Condizioni del percorso Su sentieri non sempre ben segnalati
Grado di esposizione 1/5
Terreno (Bosco) 90%
Terreno (Prato) 10%
Terreno (Roccia) -
Terreno (Urbano) -
Lunghezza 11.5 km
Durata 3h 30
Dislivello positivo 600 m
Dislivello negativo 600 m
Altitudine massima 2 045 m
Altitudine minima 1 465 m
Parcheggio Macchina 46.302496, 11.757960
Google-Maps-256

   

Descrizione

Questo itinerario storico sul Lagorai attraversa quello che fu, tra il 1916 ed il 1917, uno dei teatri della Guerra di Mine tra gli eserciti regio e imperiale: le Buse de Oro (o Buse dell’Oro). Poste ad ovest delle Pale di San Martino, tra la cima del Colbricón Piccolo e la Val Travignolo, ai margini della foresta di Paneveggio, le paludi delle Buse de Oro oggi sembrano ricordare a malapena il loro passato; tuttavia, dove la natura non si è ancora interamente impossessata dei resti dei vecchi baraccamenti imperiali, è ancora possibile avere un’idea di come si presentassero oltre 100 anni fa, nella staticità di una prima linea estremamente complicata da difendere, dove l’ingegno umano fu utilizzato dal genio militare per combattere una natura piuttosto ostile. L’itinerario escursionistico ad anello è relativamente semplice e percorre un buon tratto del “Sentiero della Pace” (percorso a memoria storica contrassegnato nei cartelli dall’aquila nera), ma le zone che attraversa nella sua parte più alta sono tutt’altro che battute; per questo si consiglia di portare con sé una mappa o un più moderno dispositivo GPS. 

Il punto di partenza è posto nei pressi del parcheggio che si trova a circa tre chilometri dallo scavalco del Passo Rolle, scendendo verso la Val Travignolo sulla SS 50. Dal parcheggio (circa 1.620 m slm), dove è presente un cippo a memoria del XIII Bersaglieri – che nel luglio del 1916 transitò in questi luoghi alla volta della Cima Colbricón -, il percorso comincia imboccando la strada forestale pianeggiante in direzione Malga Colbricón / Rifugio Laghi di Colbricón che conduce, in una mezz’ora scarsa, a Malga Colbricón. Attraversato il Rio di Valbòna nel mezzo dell’ambiente boschivo offerto dalla foresta di Colbricón, durante la tranquilla salita si incontra un secondo cippo che ricorda le vittime dello scoppio di un ordigno bellico della Grande Guerra, avvenuto nel 1926 durante la bonifica post bellica di questi luoghi. Un ultimissimo tratto su mulattiera precede i pascoli della (Ex) Malga Colbricón, da dove la visuale si apre ampia verso le dirimpettaie Pale di San Martino, con il Cimón de la Pala protagonista. 

Giunti a Malga Colbricón (1.838 m slm), il tracciato prosegue fino a giungere al bivio al limitare del pascolo, dove un cartello indica, sulla destra, Buse dell’Oro. Dal bivio si prosegue quindi sul “Sentiero della Pace” verso – appunto – le Buse dell’Oro, in un primo tratto sulla traccia che risale attraversando la costa e poi su una mulattiera militare (non sempre ben segnalata) che sale costante in un ambiente paludoso estremamente selvaggio.

Dai primi resti di trinceramenti militari, visibili a pochi metri dalla mulattiera, il percorso scende leggermente fino a giungere sulla bella conca erbosa delle Buse dell’Oro, che volge a monte sulle cime Colbricón Piccolo e Ceremana. Attraversata la conca e superato il ponte posto sul Rio Buse dell’Oro (2.015 m slm), un ultimissimo strappo in salita nel bosco su una traccia poco visibile ma ovvia porta, in poco meno di 300 metri, direttamente al Baito Buse dell’Oro (2.045 m slm), casolare rustico in legno adibito a bivacco. 

Di questi luoghi, così scrisse nel suo diario Dolf Kickel, del IX Gebirsbrigade, nel 1916: “L’artiglieria italiana è annidata fra le rocce anche al Passo Rolle e da quel luogo sparano proiettili ostili, i quali lungo le loro traiettorie sopra la valle e le alture fischiano stranamente nell’aria. […] Le trincee si allungano attraversando la amena, selvaggia e romantica bellezza della natura disturbando la pace santa con la loro sola presenza. Sotto di noi, a metà dell’abitato di Paneveggio, stretta tra le poche fondamenta delle case, serpeggia l’ostile trincea con i suoi insufficienti, poveri ricoveri nel terreno. […] Dalle ‘Buse dell’Oro’ fin su al cosiddetto ‘Naso’, dal Grande al Piccolo Colbricon non lontano dalla cresta della Ceremana che scorre dall’altra parte, si avvicendano entrambi le postazioni, le quali sono a un tiro di bomba a mano e scavate profondamente nel terreno roccioso consistono per lo più in ripari naturali e pietre ammucchiate. In questo luogo i nervi saldi nella sorveglianza e nelle azioni di guerra sono giorno e notte la canzone del fronte. Il magnifico gioco di colori sulla torre di roccia del Cimon della Pala è impallidito.”

Dal casolare, il percorso rientra al ponte, poco prima del quale, sulla sinistra, è possibile scorgere quello che resta della mulattiera che conduceva dal Pian di Ceremana fino alle Buse dell’Oro (inaccessibile, ma ancora presente in molte mappe), sicuramente per l’epoca un’imponente opera ingegneristica del genio imperiale. Dal ponte si procede a sinistra, scendendo su una traccia (nei suoi primi metri poco visibile) che segue il corso del Rio Buse dell’Oro in direzione Pùlesi / Paneveggio. Il Sentiero No. L18 scende a larghi tornanti con pendenza costante le sponde meridionali della Val Travignolo, alla base delle quali sorge il bacino artificiale del Lago di Paneveggio. Giunti al bivio successivo, si procede a destra, verso E, sempre sul Sentiero No. L18 verso Paneveggio / Pùlesi; in breve tempo, oltre la vegetazione si comincia ad intravedere il lago, che si costeggia poi in quota fino a giungere all’area di sosta attrezzata della località dei Pùlesi. Giunti ai Pùlesi (1.465 m slm), da dove comincia il bacino artificiale, si procede verso Paneveggio / Sentiero Marciò lungo la comoda strada forestale che, alternando prati dai quali è possibile vedere l’abitato di Paneveggio sulla sinistra a tratti immersi nella vegetazione, porta in breve al bivio che a sinistra conduce al ponte tibetano sul Travignòlo. Superato il bivio del ponte tibetano si continua, sempre tenendo la direzione, sulla strada forestale del Sentiero Marciò; attraversato il ponte sul Rio Colbricón si giunge, in poche centinaia di metri, ad un bivio con un ampio sentiero che si prende sulla destra in direzione di Passo Rolle e che riporta direttamente al punto di partenza presso il parcheggio di Valbòna, chiudendo così l’itinerario. È possibile eventualmente accorciare gli ultimi metri del percorso seguendo una delle numerose tracce che, dall’ampia curva della strada a lato del Rio Colbricón, risalgono nel bosco a lato del torrente.

 

Sentieri

 

  • Dal parcheggio di Valbona (circa 1.620 m slm), imboccare la strada forestale pianeggiante in direzione Malga Colbricón / Rifugio Laghi di Colbricón fino a Malga Colbricón
  • Da Malga Colbricón (1.838 m slm), proseguire fino a giungere al bivio al limitare del pascolo, poi prendere, sulla destra, il sentiero verso le Buse dell’Oro,
  • Dalla conca erbosa delle Buse dell’Oro (2.015 m slm), salire fino al Baito Buse dell’Oro,
  • Dal Baito Buse dell’Oro (2.045 m slm), tornare indietro fino al ponte sul Rio Buse dell’Oro, procedere quindi a sinistra, scendendo sulla traccia del Sentiero No. L18 in direzione Pùlesi / Paneveggio,
  • Dai Pùlesi (1.465 m slm), sulle rive del Lago di Paneveggio, continuare sulla comoda strada forestale verso Paneveggio / Sentiero Marciò, superare il bivio con il sentiero che porta al ponte tibetano sul Torrente Travignolo, quindi il ponte sul Rio Colbricón fino a giungere al bivio successivo. Voltare a destra e seguire l’ampia traccia che riporta al parcheggio di Valbona. ✓

 

LA GRANDE GUERRA SUL COLBRICÓN

 

  • La cresta del Lagorai che va dal Colbricón al Passo Rolle è stata teatro di scontri durante la Prima Guerra Mondiale.
  • Prima dell’entrata, nel 1915, dell’Italia nella Grande Guerra, il monte della Cavallazza era un avamposto militare dell’Impero Austro-Ungarico. L’avamposto, costituito da un articolato sistema di trincee e gallerie, era strategicamente posizionato a guardia dell’accesso al Passo Rolle e a difesa della Val Travignòlo.
  • Nell’autunno del 1915, dopo la conquista del Castelàz da parte delle truppe italiane, i soldati austro-ungarici furono costretti ad abbandonare il Passo Rolle, divenuto punto debole della nuova linea del fronte. Il 21 luglio 1916, le truppe italiane conquistarono la cima della Cavallazza e l’intera linea del fronte che percorreva la cresta dal Colbricón fino al Passo Rolle. A causa dei sopraggiunti rinforzi da parte degli austro-ungarici, l’offensiva italiana subì un arresto, congelando la linea del fronte proprio sulla cresta del monte Colbricón.
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