Canal San Bovo

Canal San Bovo
  • Canal San Bovo (758 m slm) è il centro più noto della Valle del Vanoi; collocato su un pendio moderato di terrazzamenti morenici alla confluenza della Val del Lòzen con la Valle del Vanoi, il paese ha una bella esposizione al sole.
  • L’origine del nome di Canal San Bovo è abbastanza singolare, in quanto non ha nulla a che vedere con i santi, ma con la pianta di Sambuco – da “Canale del Sambuco” -, un tempo molto diffusa in tutta la vallata (chiamata “Valle del Sambuco”). Canal San Bovo in passato era conosciuto soprattutto per le sue fiere di bestiame.
  • Canal San Bovo / Canale è un luogo ideale per passeggiare e camminare, con il suo intreccio di stradine e sentieri tra le varie frazioni di Gobbera, Pràde, Cicóna, Zortèa, Revedèa, Battistoni, Murèri, Rónchi e Caoria (secondo centro più importante della Valle del Vanoi). 
  • A Canal San Bovo, nei secoli, si mescolarono popolazioni che parlavano di cultura italiana, tedesca e slava (probabilmente Sloveni e Cechi). Si può riscontrare tutt’oggi questa diversità di origini della popolazione di Canal San Bovo dai cognomi dei suoi abitanti e dalle testimonianze culturali.
  • Il patrimonio boschivo di Canal San Bovo è particolarmente rilevante e il Comune risulta essere il maggiore produttore di legname del Trentino. Prima della Grande Guerra i tronchi del Vanoi erano trasportati a Venezia attraverso le acque dei torrenti Vanoi, Cismón e Brenta.
  • L’intero territorio di Canal San Bovo è stato uno dei più tragici teatri della Grande Guerra, combattuta tra Italiani e Austro-Ungheresi lungo la Catena del Lagorai. Numerosi sono i monumenti nella valle a ricordo della tragedia.
  • Nel corso degli anni, il territorio fu tragicamente colpito da numerose alluvioni. Nel 1825 dalla Valle del Rebrùt, che scende dal Massiccio di Cima d’Asta, precipitò una serie di frane che chiusero il corso del Vanoi, creando un lago (Lago di Caoria); una prima tragica rottura della diga si ebbe nel 1826, quando le frazioni Ponte e Remesori furono spazzate via, provocando  52 vittime. La diga naturale rimase intatta fino al 1829, quando una seconda alluvione portò via con sé la Chiesa di Canale da poco riedificata sul modello di quella di Pieve (Fiera di Primiero), che venne ricostruita più in alto (attuale Chiesa di San Bartolomeo, 1850). Una terza alluvione (1882), che fece cadere completamente l’argine del lago, spazzò via il cimitero e parte del paese di Canal San Bovo. Del lago si può trovare testimonianza su un affresco presente sulla vecchia “Osteria al Lago”, lungo la SP 56.

Bibliografia

  • Battisti, C. (1912). Guida di Primiero. Studio Bibliografico Adige. Trento.
  • Scalet, S. (2013). Camminare. Sentieri nelle valli di Primiero, San Martino, Pale di San Martino, Rolle e Vanoi. Versante Sud.
  • Cappello, T. Tagliavini, C. (1981). Dizionario degli etnici e dei toponimi italiani. Ed. Pàtron. Bologna.
  • Romagna, F. (1975). La valle del Vanoi. Comitato Turistico Locale. Canal San Bovo.