Il nome Pontét deriva dallo stretto ponte che marcava il confine tra la Serenissima e il dominio degli Asburgo, tenuto intenzionalmente stretto per avere il pieno controllo dell’importante passaggio. Il toponimo alternativo Montecroce si ricollega all’impervietà della Via di Schenèr. Molti viandanti, infatti, venivano seppelliti in un cimitero sul colle sovrastante Pontét chiamato Montecroce dalle croci che indicavano le sepolture.
A partire dagli anni ’50 cominciarono i lavori per la realizzazione della diga dello Schenèr, terminata nel 1963. Il Lago Schenèr sommerse sia i prati storicamente falciati dai contadini di Pontét, sia i resti della Bastia austriaca e determinò di fatto il declino di questa località appartenente al comune di Imèr.
Tra gli edifici degni di nota, la cappella con una riproduzione della grotta di Lourdes, il lavatoio (lisièra) e l’albergo “al Lago”, ricavato dal vecchio ufficio doganale austriaco.
Bibliografia
Melchiorre, M. (2016). La Via di Schenèr, Un’esplorazione storica nelle Alpi. Nodi.