Dopo l’entrata in guerra del Regno d’Italia con l’Impero Austro-Ungarico, il 23 maggio 1915, dal giugno 1915, in seguito all’occupazione di Passo Brocón e di Canal San Bovo e all’avanzata nella Valle del Vanoi, lo schieramento italiano si rafforzò sulla linea naturale Forcella Valsorda – Cima Valsorda – Alpe Boalón – Pralongo – Cima di Mezzogiorno – Conte Moro – Col de la Crós – Forcella Regana.
Grazie alla conformazione del terreno favorevole e in virtù dell’appoggio di cui avrebbe potuto godere da parte del potente schieramento di artiglieria previsto sul retrostante Monte Totoga, la stretta di Pralongo forniva ottime condizioni per l’allestimento di uno sbarramento nel fondovalle destinato a proteggere l’immediata retrovia di Canal San Bovo e l’abitato di Caoria, occupato il 26 gennaio 1916.
Dalla stretta di Pralongo, il 18 giugno 1916, partirono in ricognizione i 32 Alpini del Reggimento Feltre destinati a cadere nell’imboscata tesa loro presso Refavaie.
Le operazioni italiane dell’estate del 1916 nell’alto Vanoi, a partire dalla poco contrastata occupazione di Cima Paradisi e delle creste di Fossernica fino alla sanguinosa conquista del Monte Cauriòl, determinarono un radicale mutamento della prima linea italiana che, a fine autunno, correva lungo il Monte Cauriol, le quote 2.454 del Gardinàl e 2.353 della Busa Alta, il medio Vallone di Coldosè, Coltorondo e la quota 2.353 (Punta del Tabio) di Cima Cece; Pralongo era diventata ormai una profonda retrovia.
In conseguenza della battaglia di Caporetto, a inizio novembre 1917 le trincee di Pralongo assistettero mute al ripiegamento delle colonne degli Alpini in ritirata verso la nuova linea sul Piave. Le trincee furono utilizzate brevemente dalla 134ª compagnia della Brigata Monrosa la notte del 7 novembre con lo scopo di rallentare l’inseguimento di due compagnie di Kaiserschützen.